La scrittura automatica (parte prima)

Speciale: la scrittura automatica (parte prima)

scrittura automatica

La scrittura automatica è un fenomeno considerato tanto dalla psichiatria quanto dalla psicologia e dalla parapsicologia, per il quale un soggetto, in stato di sonnambulismo, di ipnosi, di trance”, o anche in stato di veglia, scrive più o meno inconsciamente dando comunicazioni di vario genere. In realtà non sempre si può parlare di vero e proprio “automatismo” perché lo scritto molte volte presenta una coerenza e una creatività che presuppongono un’attività pensante, in sé consapevole di quello che scrive anche se distaccata dalla coscienza normale. In stato di sonnambulismo molti studenti hanno risolto problemi o scritto temi che, in stato di veglia, non sapevano risolvere né scrivere; anche degli scienziati, in questa condizione, hanno potuto concludere studi che, da svegli, presentavano loro ostacoli insuperabili. Il Sudre ha proposto l’espressione «scrittura inconscia», che però non è stata adottata né in psicologia né in parapsicologia.

 

Un fenomeno normale o paranormale ?

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Il fenomeno, in sé, non è di carattere paranormale. Gli psicologi lo considerano una manifestazione dell’Io inconscio e se ne valgono spesso per le loro analisi del profondo. Come nel sogno, durante la scrittura automatica affiorano motivi rimossi, che il soggetto ha respinto nella zona inconscia per la paura di affrontarli e l’incapacità di superarli.

Assume però carattere paranormale quando nelle comunicazioni scritte appaiono evidenti manifestazioni di telepatia, chiaroveggenza nello spazio e nel tempo, xenoglossia, personificazione: così come il sogno non è in sé un fenomeno paranormale ma può divenirlo quando appaiono in esso tali manifestazioni. Il fenomeno si può ottenere facilmente anche da parte di soggetti perfettamente normali: si può dire che tutti possono ottenerlo in maggiore o minore misura.

Nella maggior parte dei casi si hanno però risultati del tutto incoerenti e, in linea generale, è sconsigliabile insistere. Specialmente se si tratta di soggetti giovani e spinti da pura curiosità: non si gioca col proprio sistema nervoso. Nelle pratiche spiritiste ha sostituito sempre più l’antica tiptologia e la planchette, che è una forma meno rapida di scrittura automatica; e oggi prevale, insieme con l’automatismo parlante”.

 

La tecnica

La tecnica è quella consigliata fin dal 1861 da Allan Kardec e usata ancora oggi:

  • ci si siede comodamente davanti a un tavolo con una matita in mano e un foglio davanti, meglio se fissato al tavolo con del nastro adesivo.
  • si appoggia l’avambraccio sul piano del tavolo in modo che la mano possa muoversi liberamente e col minimo sforzo, tenendo la punta della matita sul foglio, senza esercitare alcuna pressione.
  • Il braccio e la mano devono essere lasciati inerti, il soggetto deve cercare di rilassarsi e di astrarsi da qualsiasi ansia di attesa e da qualsiasi pensiero.

L’invocazione, consigliata dal Kardec, agli spiriti buoni serve solo, con ogni probabilità, a provocare uno stato di distensione e di fiducia: può essere sostituita da un blando suono di radio o di grammofono. Di solito si comincia col sentire un certo torpore in tutto il braccio, quasi un aumento di pressione; poi si avverte un leggero fremito, infine la mano comincia a muoversi. Le prime volte sono semplici aste, o spirali, o ghirigori che possono ripetersi fino a riempire tutta la pagina; poi appaiono alcune lettere che, in genere, tendono a ripetersi anch’esse; infine compaiono parole per lo più senza senso. Talora l’inconscio sembra reagire giudiziosamente e si hanno comunicazioni come «Smetti» o «Non chiedere»: in questi casi è consigliabile interrompere senz’altro il, tentativo. Altre volte si hanno comunicazioni coerenti. È sempre opportuno avventurarsi in questi tentativi sotto il controllo di una persona pratica e, soprattutto, spiritualmente matura.

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